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Sempre più spesso si ricorre all'omeopatia per la cura e la prevenzione. Si tratta di terapie che si avvalgono dalla diluizione infinitesimale di componenti naturali, provenienti dal mondo vegetale, animale o minerale.
Sempre più spesso si ricorre all'omeopatia per la cura e la prevenzione. Si tratta di terapie che si avvalgono dalla diluizione infinitesimale di componenti naturali, provenienti dal mondo vegetale, animale o minerale.
Compito del farmacista è quello di assicurarsi che si utilizzi al meglio il rimedio omeopatico.
Di qui la necessità di un reparto, in grado di soddisfare ogni esigenza e di un personale attento e qualificato che possa offrire consulenze sulle proprietà dei rimedi e sulle loro modalità di assunzione.
Compito del farmacista è quello di assicurarsi che si utilizzi al meglio il rimedio omeopatico.
Di qui la necessità di un reparto, in grado di soddisfare ogni esigenza e di un personale attento e qualificato che possa offrire consulenze sulle proprietà dei rimedi e sulle loro modalità di assunzione.
STORIA DELL’OMEOPATIA
STORIA DELL’OMEOPATIA
Il principio dell’omeopatia può essere oggi enunciato in questo modo: “Ogni sostanza farmacologica attiva capace di provocare, a dose ponderale nell’individuo sano, determinati sintomi può anche eliminare sintomi simili nell’individuo malato, a condizione di essere utilizzata a debole dose”.
Il principio dell’omeopatia può essere oggi enunciato in questo modo: “Ogni sostanza farmacologica attiva capace di provocare, a dose ponderale nell’individuo sano, determinati sintomi può anche eliminare sintomi simili nell’individuo malato, a condizione di essere utilizzata a debole dose”.
Questa osservazione, esposta e poi riformulata da Hahnemann, era già stata presagita da Ippocrate, il quale affermava: “I simili sono curati dai simili”. La storia della vita di Hahnemann ci spiega meglio questa scoperta.
Questa osservazione, esposta e poi riformulata da Hahnemann, era già stata presagita da Ippocrate, il quale affermava: “I simili sono curati dai simili”. La storia della vita di Hahnemann ci spiega meglio questa scoperta.
Samuel Hahnemann, medico tedesco nato nel 1755 a Meissen, in Sassonia, tossicologo e farmacologo, inizia a lavorare come medico all’età di 24 anni. Rapidamente deluso dall’assenza di risultati terapeutici efficaci e dai limiti della medicina dell’epoca (giudicò come troppo aggressive le droghe allora utilizzate), decide di non esercitare più. Per vivere, inizia allora a tradurre varie opere, fino a quando, un giorno, leggendo un trattato medico del dottore scozzese William Cullen, trova delle spiegazioni confuse sull’azione della china, utilizzata correntemente per trattare la febbre malarica. Nasce allora in lui l’idea geniale di sperimentarla su se stesso e sui suoi familiari e amici per conoscerne i reali effetti.
Samuel Hahnemann, medico tedesco nato nel 1755 a Meissen, in Sassonia, tossicologo e farmacologo, inizia a lavorare come medico all’età di 24 anni. Rapidamente deluso dall’assenza di risultati terapeutici efficaci e dai limiti della medicina dell’epoca (giudicò come troppo aggressive le droghe allora utilizzate), decide di non esercitare più. Per vivere, inizia allora a tradurre varie opere, fino a quando, un giorno, leggendo un trattato medico del dottore scozzese William Cullen, trova delle spiegazioni confuse sull’azione della china, utilizzata correntemente per trattare la febbre malarica. Nasce allora in lui l’idea geniale di sperimentarla su se stesso e sui suoi familiari e amici per conoscerne i reali effetti.
L’ipotesi di Hahnemann
L’ipotesi di Hahnemann
Enuncia allora l’ipotesi seguente: “Una sostanza, in funzione della sua dose, sarebbe capace di provocare in un individuo sano dati sintomi e di eliminare al tempo stesso sintomi simili in un individuo malato?”.
Enuncia allora l’ipotesi seguente: “Una sostanza, in funzione della sua dose, sarebbe capace di provocare in un individuo sano dati sintomi e di eliminare al tempo stesso sintomi simili in un individuo malato?”.
Per verificare questa sua ipotesi, Hahnemann avvia una serie di test sistematici delle sostanze farmacologiche dell’epoca su individui sani, alla ricerca, spiega, dei loro “effetti puri”. La globalità delle osservazioni raccolte per ognuna di queste droghe costituisce la sua patogenesi. Elimina tutte le “ricette” dell’epoca, che corrispondevano a varie miscele, e amministra solamente droghe semplici a vari dosaggi. Esegue prima di tutto una serie di test su se stesso, poi sui suoi familiari e amici e poi su alcuni malati, utilizzando piccole dosi delle sostanze che, in quantità più elevate, producono nell’individuo sano gli stessi sintomi di quelli osservati nei malati.
Per verificare questa sua ipotesi, Hahnemann avvia una serie di test sistematici delle sostanze farmacologiche dell’epoca su individui sani, alla ricerca, spiega, dei loro “effetti puri”. La globalità delle osservazioni raccolte per ognuna di queste droghe costituisce la sua patogenesi. Elimina tutte le “ricette” dell’epoca, che corrispondevano a varie miscele, e amministra solamente droghe semplici a vari dosaggi. Esegue prima di tutto una serie di test su se stesso, poi sui suoi familiari e amici e poi su alcuni malati, utilizzando piccole dosi delle sostanze che, in quantità più elevate, producono nell’individuo sano gli stessi sintomi di quelli osservati nei malati.
Accorgendosi che ottiene dei peggioramenti spesso passeggeri all’inizio delle sue terapie, diminuisce la quantità di sostanza medicamentosa somministrata ai malati: è l’origine delle diluzioni successive. Si rende allora conto che queste diluzioni, invece di diminuire l’efficacia terapeutica, la rafforzano, a condizione di agitarle vigorosamente tra ogni diluzione, una procedura da lui battezzata “dinamizzazione”. La conferma clinica è data dalla guarigione della maggior parte dei suoi malati. Ottiene allora un successo che gli vale gli onori e una reputazione che oltrepasserà le frontiere. L’omeopatia si sviluppa, ma molto presto, Hahnemann si trova confrontato alle reazioni di alcuni medici e farmacisti. […] Nel 1811, Hahnemann inizia a pubblicare i risultati dei suoi test sugli individui sani. […] Dodici anni di sperimentazione saranno alla fine necessari per tradurre l’ipotesi di Hahnemann in metodo confermato. Un metodo che si basa sul principio di similitudine, che può essere enunciato nel modo seguente: “Ogni individuo malato può essere curato da piccole dosi dinamizzate della sostanza che provoca, a forti dosi nell’individuo sano, dei sintomi simili a quelli che affliggono il malato”.
Accorgendosi che ottiene dei peggioramenti spesso passeggeri all’inizio delle sue terapie, diminuisce la quantità di sostanza medicamentosa somministrata ai malati: è l’origine delle diluzioni successive. Si rende allora conto che queste diluzioni, invece di diminuire l’efficacia terapeutica, la rafforzano, a condizione di agitarle vigorosamente tra ogni diluzione, una procedura da lui battezzata “dinamizzazione”. La conferma clinica è data dalla guarigione della maggior parte dei suoi malati. Ottiene allora un successo che gli vale gli onori e una reputazione che oltrepasserà le frontiere. L’omeopatia si sviluppa, ma molto presto, Hahnemann si trova confrontato alle reazioni di alcuni medici e farmacisti. […] Nel 1811, Hahnemann inizia a pubblicare i risultati dei suoi test sugli individui sani. […] Dodici anni di sperimentazione saranno alla fine necessari per tradurre l’ipotesi di Hahnemann in metodo confermato. Un metodo che si basa sul principio di similitudine, che può essere enunciato nel modo seguente: “Ogni individuo malato può essere curato da piccole dosi dinamizzate della sostanza che provoca, a forti dosi nell’individuo sano, dei sintomi simili a quelli che affliggono il malato”.
La definizione dell’omeopatia con l’espressione popolare “curare il male con il male” è un sunto certo errato, ma tuttavia intriso dell’idea fondamentale che i simili sono curati dai simili.
La definizione dell’omeopatia con l’espressione popolare “curare il male con il male” è un sunto certo errato, ma tuttavia intriso dell’idea fondamentale che i simili sono curati dai simili.
Estratto del libro: Homéopathie le conseil au quotidien
Michèle Boiron - Farmacista e Alain Payre-Ficot - Farmacista
Estratto del libro: Homéopathie le conseil au quotidien
Michèle Boiron - Farmacista e Alain Payre-Ficot - Farmacista
Omeopatia nei bambini
Omeopatia nei bambini
L’omeopatia trova nella pediatria un valido terreno di applicazione: secondo l’esperienza di molti pediatri, i soggetti che rispondono meglio alla terapia omeopatica sono proprio i bambini, che hanno un sistema immunitario particolarmente reattivo e meno debilitato rispetto a quello dei pazienti adulti.
L’omeopatia trova nella pediatria un valido terreno di applicazione: secondo l’esperienza di molti pediatri, i soggetti che rispondono meglio alla terapia omeopatica sono proprio i bambini, che hanno un sistema immunitario particolarmente reattivo e meno debilitato rispetto a quello dei pazienti adulti.
In pediatria, sono molti i disturbi che si possono affrontare in prima scelta con l’omeopatia: le patologie influenzali, le infezioni ORL, (raffreddori, faringiti, tonsilliti, otiti, laringiti, ecc.), e le patologie allergiche stagionali (riniti e congiuntiviti), per le quali la terapia omeopatica permette di intervenire anche in fase preventiva, stimolando le difese immunitarie ancora integre del bambino.
In pediatria, sono molti i disturbi che si possono affrontare in prima scelta con l’omeopatia: le patologie influenzali, le infezioni ORL, (raffreddori, faringiti, tonsilliti, otiti, laringiti, ecc.), e le patologie allergiche stagionali (riniti e congiuntiviti), per le quali la terapia omeopatica permette di intervenire anche in fase preventiva, stimolando le difese immunitarie ancora integre del bambino.
Ci sono piccole differenze nella posologia indicata per i bambini rispetto a quella degli adulti. Questo si spiega con il fatto che i medicinali omeopatici sono estremamente diluiti e, anche se il meccanismo di azione non è ancora noto, è certo che non risponde alle stesse regole (dose-effetto) dell’allopatia
Ci sono piccole differenze nella posologia indicata per i bambini rispetto a quella degli adulti. Questo si spiega con il fatto che i medicinali omeopatici sono estremamente diluiti e, anche se il meccanismo di azione non è ancora noto, è certo che non risponde alle stesse regole (dose-effetto) dell’allopatia
Un ultimo aspetto particolarmente vantaggioso è legato alla facilità di somministrazione: i granuli e i globuli omeopatici - forme farmaceutiche specifiche dell’omeopatia -vanno lasciati sciogliere sotto la lingua. Per la somministrazione ai bambini più piccoli possono anche essere sciolti in un po’ d’acqua, preferibilmente oligominerale e a temperatura ambiente, in un bicchiere oppure su un cucchiaio non di metallo (usare uno di plastica).
Un ultimo aspetto particolarmente vantaggioso è legato alla facilità di somministrazione: i granuli e i globuli omeopatici - forme farmaceutiche specifiche dell’omeopatia -vanno lasciati sciogliere sotto la lingua. Per la somministrazione ai bambini più piccoli possono anche essere sciolti in un po’ d’acqua, preferibilmente oligominerale e a temperatura ambiente, in un bicchiere oppure su un cucchiaio non di metallo (usare uno di plastica).